VENERE IN PELLICCIA
dal 1 al 3 aprile
Laros di Gino Caudai
VENERE IN PELLICCIA
di David Ives
Con Patrizia Bellucci e Alessio Caruso
traduzione di Masolino D’Amico
regia di Fabrizio Catalano
aiuto regia Giulia Avino
Musiche Fabio Lombardi
Thomas è un regista esordiente alla disperata ricerca di un'attrice che interpreti in teatro Wanda, la protagonista femminile di un classico della letteratura erotica, Venere in pelliccia. Alla fine di una giornata di provini deludenti, nella sala ormai vuota, entra una donna: indossa dei tacchi vertiginosi, sotto il soprabito fradicio di pioggia è vestita di cuoio e borchie. Anche lei, come il personaggio di Leopold Von Sacher-Masoch, si chiama Wanda. Appare volgare e lamentosa, troppo ignorante per impersonare un ruolo così sofisticato, quello di una dea carnale, di un'incantatrice maliziosa e scaltra, nutrita da buone letture e profonda conoscitrice dell'animo maschile. Eppure, poco alla volta, Thomas, fondendosi nel suo alter ego del romanzo, Severin, viene sedotto dal talento sensuale e insondabilmente fosco di quella attrice quasi lunatica. Lavorando insieme sul testo, recitando e inventando battute, i due superano progressivamente il confine tra realtà e finzione, in un gioco sempre più conturbante di dominazione e dipendenza, da cui solo uno di loro potrà uscirne vincitore.
Wanda, la protagonista del romanzo Venere in pelliccia, che Leopold Von Sacher- Masoch diede alla stampe in quel 1870 che oggi ci appare ben più lontano di quanto, storicamente e culturalmente, in realtà non sia, appartiene ad un'ammaliante e letale genia di femmes fatales, i cui destini, nel nostro immaginario, rimangono sospesi fra documentata autenticità e invenzione letteraria_ annota il regista Fabrizio Catalano. Dalla contessa ungherese Erzsébet Báthory, che si bagnava nel sangue delle vergini nell'illusione di conservare intatta, col candore della propria pelle, la giovinezza, alla vampira Carmilla, che, nell'omonimo racconto di Joseph Sheridan Le Fanu seduce, annichilisce e svuota le innocenti fanciulle della provincia austriaca, le lande dell'Europa orientale sono sempre state terra d'elezione per queste creature incantevoli e spregiudicate, torbide e sensuali, ciniche e vendicatrici. Figure di cui le arti figurative, in quell'area del mondo così vicina e al contempo così misteriosa, si sono impadronite, fornendone, specialmente a cavallo tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, inesorabili rappresentazioni. Da un dipinto di Von Stuck o una litografia di Von Bayros sembra emergere l'inquietante Wanda che scandalizzò il pubblico ottocentesco; e come una sua caricatura, sardonica, al limite del grottesco, appare in scena la musa astuta e crudele plasmata da David Ives, portata in scena con successo in tutto il mondo e sullo schermo cinematografico da Roman Polanski. E tuttavia, in questi passaggi, stupisce come appunto il lato grottesco, a tratti perfino risibile, di questo esercizio di umiliazione e di potere, sia passato bizzarramente inosservato. “
Intero 18 euro - Ridotto 13 euro
venerdì e sabato ore 21,00 - domenica ore 17,30